Mick Jagger replica all’affermazione di Paul McCartney su Beatles e Rolling Stones
Mick Jagger è intervenuto come ospite, grazie a un collegamento, allo show radiofonico di Zane Lowe su Beats 1 di Apple Music per promuovere il singolo dei Rolling Stones, “Living in a ghost town”, uscito a sorpresa ieri 23 aprile. A margine della chiacchierata il frontman degli Stones ha raccontato la nuova canzone della band britannica spiegando che, seppur scritta un anno fa, sembra descrivere la situazione attuale: “[La canzone] racconta il trovarsi in un luogo pieno di vita che poi, ora, è privo di vita. Quando sono tornato a quello che avevo scritto originariamente, era tutto pieno di riferimenti sulla peste e cose del genere, che non ho mai usato in realtà, ma erano tutte lì.”
A margine della chiacchierata con Zana Lowe Mick Jagger ha, inoltre, risposto all’affermazione di Paul McCartney secondo cui i Beatles erano meglio dei Rolling Stones. Il già cantante e bassista dei Fab Four, durante un recente scambio di battute telefonico con Howard Stern per l’emittente britannica SiriusXM, aveva affermato: “Gli Stones sono un gruppo fantastico”. Scherzando, poi, aveva aggiunto: “Amo gli Stones ma sono d’accordo con te, i Beatles erano meglio.”
Jagger, per replicare a McCartney, ha detto: “La grande differenza è che i Rolling Stones sono una band da grandi concerti in altri decenni e in altre aree, mentre i Beatles non hanno mai fatto un tour nelle arene, come il Madison Square Garden con un impianto audio decente.” Il frontman degli Stones ha poi aggiunto: “[I Beatles] si sono sciolti prima che il business dei tour iniziasse sul serio. Il business è iniziato nel 1969 e i Beatles non l’hanno mai vissuto. Hanno fatto un grande concerto, io c’ero, allo Shea Stadium. Hanno fatto quel live in uno stadio. Ma gli Stones sono andati avanti, abbiamo iniziato a fare i concerti negli stadi negli anni ’70 e li stiamo ancora facendo. Questa è la vera differenza tra questi due gruppi. Una band, incredibilmente e per fortuna, sta ancora suonando negli stadi mentre l’altra non esiste.”